Ecografia
L’esame strumentale attraverso il quale viene più frequentemente diagnosticata una neoplasia renale in assenza di segni/sintomi specifici è l’ecografia. È una tecnica che impiega gli ultrasuoni per visualizzare le strutture interne di una regione corporea, in questo caso dell’addome. Si esegue in ambulatorio, è indolore e richiede solo pochi minuti.
Questo esame consente di avere un’immagine chiara della sede del tumore, dell’interessamento delle vie urinarie, del rapporto con le strutture vascolari del rene e di eseguire un programma terapeutico. Le masse che all’ecografia appaiono sospette per un tumore del rene possono essere meglio approfondite mediante il ricorso alla tomografia assiale computerizzata (TAC) o alla risonanza magnetica nucleare (RMN).
Tomografia assiale computerizzata (TAC)
La TAC è un’indagine più dettagliata rispetto all’ecografia: ha dimostrato di possedere, anche nei tumori di piccole dimensioni, la sensibilità più elevata con valori compresi fra 94% e 100%. Permette di ottenere tante fotografie sequenziali dello stesso distretto corporeo su piani successivi. Le immagini così prodotte sono inviate a un computer che le elabora per fornire poi il quadro dettagliato delle strutture interne di un organo.
Per migliorare la qualità delle immagini, è spesso necessario iniettare al paziente un liquido di contrasto per via endovenosa. La TAC risulta fondamentale per valutare la presenza di masse di piccole dimensioni e permette di valutare lo stato dei linfonodi e l’estensione del tumore localmente o ad altri organi.
Risonanza magnetica nucleare (RMN)
La RMN è un’indagine simile alla TAC e può essere utilizzata nei pazienti con insufficienza renale o con allergia al mezzo di contrasto utilizzato con la TAC, o nelle donne in stato di gravidanza. La RMN usa i campi magnetici anziché i raggi X e permette di ottenere immagini precise della sezione trasversale di organi specifici, per consentirne un’analisi strato per strato.
Biopsia sotto controllo ecografico o tomografico
Questa procedura sta diventando sempre più importante ed è utilizzata con finalità diagnostica. La biopsia si esegue per prelevare un campione di cellule renali o di tessuto da esaminare al microscopio. Aiutandosi con l’ecografia o con la TAC il medico riesce a raggiungere con maggiore precisione il punto da cui vuole prelevare il campione cellulare. L’esame consiste nell’inserire un ago lungo e sottile attraverso la pelle direttamente nella massa per prelevare un campione di tessuto renale che viene poi esaminato al microscopio per identificare l’istologia (tipo di cellule).
Altre indagini utilizzate per una corretta stadiazione della malattia (presenza di metastasi a distanza) sono la radiografia del torace e la scintigrafia ossea.
In particolare la scintigrafia ossea è utilizzata per verificare l’eventuale diffusione del cancro alle ossa. Viene eseguita iniettando per via endovenosa una piccola quantità di uno speciale materiale radioattivo, che arriva alle ossa dove si raccoglie nei punti in cui l’attività ossea è maggiore. La scintigrafia ossea non è un esame da praticare in tutti i pazienti, ma dovrebbe essere eseguita in caso di segni o sintomi sospetti per metastasi ossee.